Ispezione e sopralluoghi

Droni di salvataggio testati con successo all’interno di vulcani italiani

di Redazione

Un innovativo progetto chiamato Pathfinder, supportato dal programma NAVISP (Navigation Innovation and Support Programme) dell’ESA (European Space Agency), ha portato a due campagne di test riuscite in cui droni interconnessi sono stati inviati nei territori vulcanici italiani per valutarne l’utilizzo nel campo della protezione civile e per migliorare gli interventi in caso di calamità naturali, sfruttando la nuova tecnologia PNT (Positioning, Navigation, and Timing – posizionamento, navigazione e sincronizzazione) basata sulla navigazione satellitare.

Il prototipo del sistema di gestione della flotta Pathfinder ha dimostrato di essere utile in risposta a eventi catastrofici. La combinazione della tecnologia PNT con le tecnologie di comunicazione permette alle squadre di soccorso, al personale e alle risorse di avere una comprensione chiara e tempestiva della situazione. I droni hanno dimostrato la loro utilità nel monitorare situazioni in rapida evoluzione e nel raccogliere campioni essenziali, come i materiali espulsi dai vulcani.

Oltre al monitoraggio delle calamità naturali, i droni facilitano attività fondamentali come l’individuazione e il soccorso di persone in difficoltà. Per massimizzare l’efficienza durante le situazioni di crisi, l’uso di droni aerei è stato combinato con quello di rover terrestri, seguendo un’innovativa tecnica di posizionamento cooperativo, e con quello di veicoli subacquei, quando necessario.

La prima campagna di test, condotta intorno al vulcano attivo dell’isola di Stromboli e al suo interno, è stata un successo. Il paesaggio complesso di quest’area vulcanica si è rivelato la scelta ideale per la campagna dimostrativa iniziale, in quanto presenta diverse sfide, tra cui vulcanismo, sismicità, instabilità dei pendii e il potenziale rischio di tsunami. Durante questa campagna, diversi droni sono stati utilizzati per monitorare l’area e fornire un’analisi dettagliata degli eventi registrati. L’obiettivo principale era quello di verificare e convalidare la funzionalità complessiva del sistema Pathfinder, incluso l’utilizzo di soluzioni PNT personalizzate per superare problematiche come la creazione di un’infrastruttura di comunicazione indipendente in situazioni in cui quella esistente fosse inaffidabile. Si è anche valutata l’implementazione di sistemi di monitoraggio video e di videosorveglianza in tempo reale e quasi reale per migliorare la comprensione dei contesti e delle situazioni.

La seconda campagna di test, svoltasi nel Cratere degli Astroni vicino a Napoli, ha permesso di valutare casi d’uso alternativi per il sistema, concentrandosi sul monitoraggio della flora e della fauna locale durante situazioni di emergenza. Un drone principale collegato tramite tethering ha supervisionato altri droni impegnati nel rilevamento della posizione degli animali nell’ampia riserva naturale del Cratere degli Astroni. Questo drone principale ha agito come un “pseudo satellite” o “pseudolite”, fornendo dati di potenziamento per migliorare la precisione della navigazione satellitare all’interno della zona di test. Inoltre, ha funzionato come punto d’accesso per il sistema di gestione del traffico aereo dei veicoli aerei automatizzati, prevenendo potenziali conflitti con altre operazioni di volo. Un’unità di missione mobile separata ha gestito la raccolta di dati acquisiti, facilitando la pianificazione e il coordinamento delle operazioni dei droni interconnessi.

Dopo aver dimostrato il valore aggiunto del sistema Pathfinder nel supporto alle squadre di soccorso e alle autorità di protezione civile, il consorzio intende ora a passare alla fase di commercializzazione.

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Aggiornato il 08/30/2023

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