Il primo report annuale “Advanced Air Mobility – Italian Market Study & Recommendations for the National Ecosystem” realizzato da Strategy&, la divisione di consulenza strategica di PwC Italia, ha mostrato risultati interessanti. Il mercato italiano dell’Advanced Air Mobility (AAM) raggiungerà 1,8 miliardi di euro nel 2030, quintuplicando il suo valore rispetto ai 363 milioni attuali, grazie all’aumento dell’utilizzo di droni e velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticali.
Abbiamo intervistato Gabriele Capomasi, Director di PwC Strategy&, con 14 anni di esperienza nella consulenza strategica e specializzato in progetti strategici legati ai principali temi tecnologici dell’Aerospace & Defense, come la space economy, la mobilità aerea avanzata, le tecnologie autonome, la cyber security e i programmi internazionali della difesa.
Quali dati sono emersi dal primo report realizzato da Strategy&?
«Dal nuovo report in fase di pubblicazione emerge un mercato vivace a livello nazionale con un elevato potenziale di crescita nel prossimo decennio. Attualmente, il mercato dell’Advanced Air Mobility in Italia ha un valore di 363 milioni di euro ed è destinato a raggiungere 1,8 miliardi di euro nel 2030 con un CAGR del 20% tra il 2025 e il 2030. Per supportare lo sviluppo dell’ecosistema AAM nazionale ai livelli attesi, PwC Strategy& ha individuato quattro criticità su cui agire:
- Per raggiungere la piena potenzialità del mercato, il supporto della roadmap nazionale è essenziale. Anche se le iniziative analizzate mostrano modelli di collaborazione di successo, questi sono circoscritti ad un numero limitato di applicazioni e vedono spesso gli stessi protagonisti.
- A differenza di alcuni paesi pionieri nel settore, in cui le startup stanno catalizzando attenzione e investimenti, attualmente in Italia non esiste una maturità elevata in termini di piattaforma di trasporto passeggeri per il mercato dell’Urban Air Mobility. Questo evidenzia la carenza di investimenti privati e sottolinea la criticità di partnership e collaborazioni tra aziende per costituire un mercato robusto e sostenibile.
- L’EASA ha evidenziato il grande impatto prospettico che il mercato AAM può avere sul territorio italiano. Per realizzarlo, si richiede una risposta immediata da parte dei leader istituzionali e industriali per garantire all’Italia un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. I fondi pubblici disponibili, sia a livello nazionale che europeo, potrebbero rappresentare risorse preziose per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo e accelerare l’espansione del mercato.
- Lo sviluppo di tutti gli “enabler” necessari alla crescita del mercato AAM richiede il coordinamento dei necessari sviluppi normativi e tecnologici a livello nazionale, attraverso un’attività di lavoro coordinato tra i vari stakeholder».
Come si prevede evolverà la mobilità aerea avanzata nel prossimo futuro e come si sta preparando PwC per questo cambiamento?
«La mobilità aerea avanzata vedrà la forte espansione del settore del trasporto passeggeri, che contribuirà alla crescita dell’intera filiera industriale, dai provider di infrastrutture sino agli operatori di velivoli. Inoltre, prevediamo l’ingresso di nuovi player industriali, sia in termini di startup che di leader nel settore aerospaziale, incentivati dai maggiori investimenti e dall’evoluzione del framework normativo.
Con la progressiva crescita del mercato, il focus dei players si sposterà sempre più verso nuovi modelli di business (ad esempio “drone come servizio”) permettendo a più aziende di sfruttare i benefici tecnologici senza dover gestire una propria flotta di droni. Abbiamo visto come alcune delle sperimentazioni più avanzate abbiano richiesto la cooperazione di molti soggetti per raccogliere tutta l’expertise necessaria. Nel prossimo futuro, i leader del settore tenderanno ad accentrare queste capacità per offrire un servizio sempre più completo.
PwC Strategy& ha supportato numerosi attori attraverso l’intero ecosistema AAM (player del settore aerospazio e difesa, gestori di flotte, infrastrutture, regolatori e end users) ad identificare il corretto posizionamento lungo la value chain, testare il business model, comprendere gli ostacoli regolatori ed evidenziare le diverse opportunità e collaborazioni disponibili sul mercato».
Quali sono gli ostacoli tecnologici e normativi principali per lo sviluppo e l’utilizzo commerciale dei droni?
«Come evidenziato nel report, gli enabler fondamentali per lo sviluppo dell’ecosistema AAM sono sette, di cui cinque richiedono un evoluzione sia tecnologica che normativa:
- Integrazione dello spazio aereo, che prevede la definizione sia a livello tecnico che normativo degli spazi aerei, in modo da permettere sia la separazione che la convivenza del traffico tradizionale con quello AAM.
- Sviluppo dei velivoli, inteso come lo sviluppo tecnologico delle piattaforme, non solo per il trasporto passeggeri, ma anche per tutte le altre applicazioni che richiedono investimenti sia lato hardware che software e analytics.
- Management e operations dei velivoli, che racchiude tutti i requisiti per facilitare l’operazione di piattaforme AAM, dalla regolamentazione dei piloti e del volo autonomo e in BVLOS, allo sviluppo di velivoli resistenti ad agenti atmosferici quali pioggia e forte vento.
- Sviluppo dell’infrastruttura a terra, che comprende vertiporti, ma anche la sensoristica necessaria al controllo e al monitoraggio di piattaforme di piccole dimensioni.
- Gestione del traffico, che comprende requisiti dello spazio aereo e registrazione/identificazione delle piattaforme.
A livello europeo la normativa EASA è in continua evoluzione con recenti aggiornamenti che permettono una maggiore libertà di utilizzo, previa autorizzazione dell’ente regolatore, ma le successive evoluzioni dovranno essere recepite a livello nazionale. La presenza di un ente appositamente incaricato, sulla scia dei paesi leader in questo settore, contribuirebbe ad accelerare il processo».
Come immagina l’integrazione dei droni nel sistema di trasporto aereo attuale e quali benefici porterà per i passeggeri e l’industria?
«Con la crescita del mercato AAM, i droni diventeranno parte integrante del trasporto attuale, in quanto i vertiporti contribuiranno ad infittire la rete aeroportuale. In particolare, questo si tradurrà in benefici tangibili per i passeggeri che vanteranno collegamenti più convenienti, sia tra aeroporto e centro città che tra diversi snodi aeroportuali. Di conseguenza, anche il settore del trasporto aereo potrà giovare della diffusione del mercato AAM che comporterà un aumento del traffico passeggeri, a discapito di quello ferroviario.
Lo stesso ragionamento si applica in maniera differente al trasporto merci, in cui l’AAM si propone o come soluzione “last-mile delivery”, o come alternativa premium per consegne all’interno di centri urbani. È interessante anche evidenziare come molti player industriali stiano analizzando l’applicazione di droni in ambienti ostili, in cui il trasporto AAM di merci può presentare una soluzione altamente competitiva a quello su gomma o alle esistenti alternative con costi molto elevati, come gli elicotteri».
Quali opportunità di business nel settore dei droni e della mobilità aerea avanzata ritiene più interessanti e come le aziende possono pianificare per sfruttarle?
«Sicuramente è importante evidenziare che l’evoluzione tecnologica e normativa di questo settore ha reso possibile l’abbattimento di complessità una volta evidenti, permettendo l’utilizzo di droni per una molteplicità di applicazioni.
Tra queste, le più evidenti in questa fase di sperimentazione iniziale sono il trasporto di passeggeri e merci, il sorvolo di aree per ispezione e mappatura, e l’interazione con oggetti, o in ambienti ostili, o in processi con un forte potenziale di automazione.
Abbiamo identificato come per alcune di queste aree i player abbiano identificato delle applicazioni target per testare principalmente le operazioni dei velivoli ed il business model. Alcuni esempi sono shuttle per eventi mediatici, ad esempio le Olimpiadi di Parigi 2024, trasporto di materiale di urgenza, come materiale biologico tra ospedali, mappatura di infrastrutture in ambienti montuosi, come le linee elettriche, e lavori agricoli di precisione e su vasta scala, ad esempio lo spruzzo di fertilizzanti e la raccolta di frutti. Oltre a questi casi esemplificativi, stanno emergendo nuove applicazioni e modelli di business ancora in fase di test o sviluppo.
Visto il continuo proliferare di applicazioni, è essenziale che le aziende capiscano quale prioritizzare (a seconda del potenziale di business) e, soprattutto, che ruolo giocare nella value chain e con quali potenziali ritorni attesi».

Gabriele Capomasi è un Director di PwC Strategy& con 14 anni di esperienza nella consulenza strategica. Ha lavorato per clienti internazionali, imprese familiari e startup in Italia, Europa, Medio Oriente e Stati Uniti nel settore Aerospace & Defense. La sua specializzazione riguarda progetti strategici legati a temi tecnologici come la space economy, la mobilità aerea avanzata, le tecnologie autonome, la cyber security e i programmi internazionali della difesa.
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