Il 2020 ha rappresentato un anno di stallo per il mercato professionale italiano dei droni che, dopo il forte hype vissuto negli anni successivi alla pubblicazione del primo regolamento ENAC, è gradualmente entrato in una fase di maggiore disillusione, registrando anche un’importante riduzione del valore del mercato. La principale causa di tale contrazione è stata sicuramente la pandemia Covid-19, che ha costretto molte imprese del settore a chiusure forzate. Tuttavia, il distanziamento sociale, il monitoraggio della popolazione, il bisogno di consegne rapide ed efficienti hanno mostrato in modo chiaro le potenzialità di questa tecnologia emergente.
A oltre due anni dallo scoppio della pandemia, si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa. Le stime dell’Osservatorio Droni & Mobilità Aerea Avanzata degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano mostrano come il valore del mercato, per quanto riguarda il segmento professionale operativo*, abbia registrato un importante incremento (+29%) rispetto all’anno precedente raggiungendo i 94 milioni di euro a fine 2021. Tuttavia, non si è ancora tornati ai livelli pre-Covid (117 milioni di euro nel 2019), in quanto alcune realtà stanno ancora scontando i pesanti effetti delle limitazioni. Ad oggi sono 713 le imprese attive a livello nazionale, principalmente realtà di piccola e piccolissima dimensione, nate in anni recenti, focalizzate sul ruolo di operatore e concentrate prevalentemente nel nord Italia.
Sono, invece, 550 i casi applicativi del solo segmento operativo mappati dall’Osservatorio a livello internazionale nel periodo 2019-2021. Le principali applicazioni riguardano le ispezioni e i sopralluoghi, la sicurezza e la sorveglianza e l’erogazione soprattutto in ambito agricolo. A livello di singoli settori abbiamo ai primi posti la Pubblica Amministrazione, che sta registrando da dopo la pandemia una forte impennata di casi, la salvaguardia ambientale e le utility.
Quali le principali direzioni per lo sviluppo del settore?
Un paio di cantieri su cui focalizzare l’attenzione nel breve periodo sono sicuramente lo sviluppo del volo BVLOS e del volo autonomo. Sono questi alcuni elementi che potrebbero sbloccare il potenziale del segmento operativo (si pensi, ad esempio, alla possibilità di ispezionare un’infrastruttura lineare senza che il pilota sia costretto a seguire il drone) e gettare le basi del mercato della Mobilità Aerea Avanzata, in una prima fase, soprattutto nella componente di trasporto merci.
In sintesi, l’elemento chiave per rendere questo sviluppo concretizzabile è uno solo: fare ecosistema tra i diversi attori della filiera. È questa una delle principali ragioni della nascita, nel 2019, dell’Osservatorio Droni & Mobilità Aerea Avanzata del Politecnico di Milano che lo scorso 7 luglio ha dato il via al Primo Workshop dell’edizione di ricerca 2022-2023. Durante questo appuntamento la Community di sostenitori si è confrontata sullo stato applicativo della tecnologia droni a livello cross-settoriale attraverso un modello di maturità realizzato dallo stesso Osservatorio. L’obiettivo è stato quello di confrontare lo stato di applicazione attuale con quello prospettico e riflettere insieme su leve e barriere che abilitano o frenano l’introduzione della tecnologia. Il confronto è sicuramente il primo passo fondamentale per evidenziare le criticità e impostare la direzione di lavoro comune con cui andare a cogliere appieno il potenziale di questa tecnologia.
*Segmento operativo: segmento di mercato abilitato da droni di piccola e media taglia (fino a 25 kg di peso) in grado di svolgere attività a valore aggiunto per i settori più tradizionali, come, ad esempio, le ispezioni di linee elettriche nell’ambito delle utility oppure il monitoraggio del territorio effettuato da enti pubblici. È escluso dal perimetro della stima l’altro segmento relativo al trend emergente della Mobilità Aerea Avanzata, il quale, ad oggi, è ancora in una fase di costruzione a livello italiano.
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