Il convegno “Droni: tra tradizione e innovazione”, svoltosi martedì 8 febbraio nell’Aula Magna Carassa Dadda del Politecnico di Milano e in streaming, è stato, tra le altre cose, l’occasione per riflettere sullo stato attuale dell’implementazione dei droni in agricoltura, sui rischi che potrebbero minarne la diffusione e sulle opportunità generate dall’agricoltura di precisione.
“Le applicazioni nell’ambito dell’agricoltura sono meno numerose rispetto a quelle in campo nella salvaguardia ambientale: 45 i casi registrati. Questi progetti, dislocati perlopiù tra Stati Uniti e Italia, si concentrano sul supporto alla lavorazione e sul monitoraggio delle colture” ha osservato Evila Piva, ricercatrice senior dell’Osservatorio Droni, proseguendo poi: “Possiamo notare, innanzitutto, che la stragrande maggioranza delle aziende agricole non ha ancora lanciato progetti con la tecnologia dei droni e non intende farlo, almeno nel breve periodo“.
E ancora: “Per quanto riguarda, invece, chi sta sperimentando questa tecnologia, le applicazioni sono concentrate prevalentemente sulla mappatura dei terreni e delle coltivazioni. Emerge, dunque, come il principale utilizzo del drone sia affiancare le attività e le tecniche tradizionali, portando in dote un miglioramento della qualità e della quantità dei raccolti, oltre che una riduzione media dei tempi. Si riscontrano, però, anche aziende in cui la sperimentazione è stata interrotta o non rinnovata per un mancato riconoscimento dei benefici o una mancanza di competenze interne. Quest’ultimo aspetto è, infatti, uno dei fattori bloccanti dello sviluppo di questa tecnologia nel settore agricolo, oltre alla difficoltà nella valutazione dell’effettiva ricaduta economica dell’investimento“.
Sono poi intervenuti con le loro testimonianze Federica Mastracci, Head of RPAS Solutions Unit – GeoInformation Line of Business di Telespazio, e Luca Zucchelli, dirigente della Struttura: Sviluppo Agroalimentare, Integrazione di Filiera e Compatibilità Ambientale della Regione Lombardia.
“É già dal 2018 che ammettiamo al finanziamento anche l’acquisto dei droni attraverso un sostegno del 35% a fondo perduto, che può arrivare al 45% per le zone disagiate. Negli ultimi cinque anni, sono state erogate risorse per mezzo miliardo di euro in risposta a circa tremila domande. Un numero purtroppo basso: probabilmente, ancora poche aziende sono a conoscenza di questa possibilità o preferiscono impiegare i finanziamenti per ristrutturazioni più tradizionali“, ha spiegato Luca Zucchelli.
Federica Mastracci ha poi raccontato quali e quanti sono i progetti all’attivo in Telespazio che prevedono l’utilizzo di droni: “Telespazio eroga da circa cinquant’anni servizi di geo-informazione basata su rilevazioni satellitari o aeree. Il nostro è, però, un approccio aperto a tutte le sorgenti di dati per fornire soluzioni applicative rispondenti ai bisogni del cliente, in questo scenario, inserire il drone, soprattutto nel settore dell’agricoltura, è stato un gesto naturale anzi quasi obbligatorio.
Abbiamo creato un modello di business chiamata T-Dromes: una piattaforma applicativa che implementa un modello drone service che evita al cliente finale di acquistare il drone, di gestirlo, di pilotarlo. Invece, al cliente non resta che concentrarsi sull’informazione acquisita dal drone e processata attraverso le nostre tecnologie, perché il nostro scopo è quello di scalare questo business renderlo operativo, facilmente utilizzabile anche in settori come l’agricoltura. Abbiamo già diversi servizi attivi che ci producono ricavi: uno nel settore dello smart farming in Francia e uno nel settore del supporto per le politiche agricole comunitarie in Puglia“.
Ma qual è il futuro e l’evoluzione dei droni in agricoltura? In che direzione sta andando il mercato?
“I droni sono tools che l’azienda agricola di domani dovrebbe avere sempre pronti, come il trattore: il futuro è la precision farming. Pensiamo ai fitofarmaci, ad esempio: per somministrarli serve monitoraggio, una diagnosi e poi spargerli sulla pianta, i droni sono lo strumento perfetto“, ha risposto Luca Zucchelli. “Purtroppo, rimangono ancora grossi blocchi normativi che, da una parte, rendono complesso il volo, dall’altra impediscono la distribuzione aerea dei fitofarmaci“.
“Il nostro obiettivo è erogare servizi efficaci, efficienti e sostenibili, in modo da lasciare all’utente solo il beneficio del servizio e tenendo l’onere della gestione della tecnologia e dell’infrastruttura in capo al service provider. Riguardo al tema agricoltura, ovviamente i servizi che abbiamo già operativi li manteniamo e li facciamo evolvere, ma ne aggiungiamo sempre di nuovi”, questo il punto di vista di Telespazio sul futuro dei droni nelle parole di Federica Mastracci. “Attraverso la nostra piattaforma T-Dromes, in futuro, potremo gestire hangar di droni dislocati nelle zone industriali o agricole, così da poter intervenire tempestivamente con i nostri servizi, ancor meglio se in modo automatizzato o in BVLOS. Così riusciremo a spostare l’attenzione sul valore aggiunto generato dal volo del drone, che è quello che guiderà poi lo sviluppo di questo mercato e l’uso di queste tecnologie“.
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